Transizione 5.0: nuovi crediti d’imposta per gli investimenti delle imprese
Al via il piano Transizione 5.0 per favorire sostenibilità e investimenti green delle imprese italiane, dedicato a tutte le aziende che effettuino “nuovi investimenti in strutture produttive ubicate nel territorio dello Stato, nell’ambito di progetti di innovazione che conseguono una riduzione dei consumi energetici”, senza distinzione di forma giuridica, settore, dimensione o regime fiscale.
Piano Transizione 5.0: l’oggetto degli incentivi
Il piano Transizione 5.0 incentiva gli investimenti per la tutela dell’ambiente da parte delle imprese, con benefici sostanziali per le aziende che riducono il proprio impatto energetico, condizione fondamentale per poter accedere ai fondi.
Criteri, requisiti e beneficiari delle agevolazioni sono specificati e regolamentati nell’articolo 38 del Decreto Legge n. 19/2024. Il bonus riconosciuto è proporzionale alla riduzione dei consumi, fino ad un tetto massimo del 45% delle spese sostenute.
Benefici fiscali e criteri d’erogazione dei fondi
I crediti d’imposta concessi alle imprese che possono raggiungere fino al 45% delle spese, sono relativi agli investimenti effettuati nel 2024 e 2025 e l’entità del beneficio dipende dalla riduzione dei consumi energetici ottenuti dall’azienda. L’obiettivo del Piano Transizione 5.0 è incentivare le imprese ad investire in tecnologie sempre più sostenibili.
Tutte le imprese, indipendentemente da forma giuridica o settore, possono accedere ai fondi, a patto che gli investimenti siano destinati a strutture produttive situate in Italia e che garantiscano una riduzione dei consumi energetici.
Per accedere ai crediti d’imposta, le aziende devono dimostrare di aver ridotto in modo significativo il consumo energetico, soddisfacendo le soglie stabilite. Maggiore sarà la riduzione dei consumi, più alto sarà il credito d’imposta riconosciuto. Grazie a questa struttura progressiva verranno premiate le imprese che si impegneranno maggiormente negli investimenti green.
Transizione 5.0, la struttura dei nuovi crediti d’imposta per gli investimenti delle imprese
Il piano Transizione 5.0 sostiene la transizione ecologica delle imprese grazie a due direttrici principali:
- incoraggiando l’adozione di processi produttivi efficienti e tecnologie innovative
- incentivando le aziende a investire nell’energia pulita e nelle infrastrutture a basso impatto ambientale
Per accedere alle agevolazioni è necessario effettuare investimenti destinati a strutture produttive in Italia e relativi a:
- Beni strumentali materiali e immateriali inclusi nel precedente piano Transizione 4.0, come indicato negli allegati A e B della legge 232/2016. I beni devono essere interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura e inseriti in un progetto di innovazione che consenta di ottenere una riduzione dei consumi energetici. L’accesso sarà subordinato alla riduzione dei consumi di almeno il 3% della struttura produttiva o del 5% nei processi interessati dall’investimento.
L’allegato B è dedicato ai software ed è stato ampliato, e si considerano inclusi anche:
- Software, sistemi, piattaforme e applicazioni dedicati agli impianti intelligenti, essenziali per il monitoraggio continuo dei consumi energetici e della visualizzazione dell’energia autoprodotta e autoconsumata.
- Tecnologie che operano mediante la raccolta e l’elaborazione dei dati, anche derivanti dalla sensoristica IoT (Energy Dashboarding).
- Strumenti che sono parte integrante del sistema di gestione energetica aziendale, che supportano attivamente il controllo e l’ottimizzazione dell’uso dell’energia attraverso funzionalità avanzate di Energy Dashboarding.
- Software aziendali correlati, (anche relativi alla gestione di impresa – come gli ERP -, se acquistati unitamente ai software, ai sistemi o alle piattaforme descritti nel punto precedente.)
La novità principale del piano Transizione 5.0 rispetto al piano Transizione 4.0, è rappresentata dall’obiettivo primario di riduzione dei consumi energetici, che guida la scelta degli investimenti ammissibili.
Credito d’imposta piano Transizione 5.0: struttura e benefici
Il nuovo piano Transizione 5.0 riprende le linee guida del precedente Transizione 4.0, mantenendo la struttura proporzionale ai livelli di investimento.
Le aliquote di base del credito d’imposta, nel caso l’investimento permetta di ottenere una riduzione non inferiore al 3% dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale o, in alternativa, una riduzione non inferiore al 5% dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento, sono:
- 35%: per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro
- 15%: per investimenti tra 2,5 e 10 milioni
- 5%: per investimenti tra 10 e 50 milioni, con un tetto massimo di 50 milioni annui per ciascuna impresa
Il valore del credito d’imposta riconosciuto aumenta nel caso di riduzione dei consumi energetici superiori allo standard minimo del 3 o del 5 per cento e passerà rispettivamente al:
- 40%, 20%, 10% per riduzioni che interessano la struttura produttiva superiori al 6% o dei processi interessati oltre il 10% (l’aliquota varia in relazione all’importo dell’investimento)
- 45%, 25%, 15% per riduzioni che interessano la struttura produttiva superiori al 10% o dei processi oltre il 15% (l’aliquota varia in relazione all’importo dell’investimento)
La riduzione dei consumi si calcola sui dati dell’anno precedente, adattandoli alle variazioni produttive. Ulteriori criteri per nuove imprese saranno stabiliti da un decreto attuativo del MIMIT, MEF e MASE.
Il limite massimo di costi ammissibili è pari a € 50.000.000 per ciascun anno.
Comunicazione al GSE per il Bonus Transizione 5.0
Per ottenere il credito d’imposta previsto dal bonus Transizione 5.0, le imprese devono produrre diversi documenti ed inviare una comunicazione dettagliata al GSE (Gestore dei Servizi Energetici), che descriva il progetto d’investimento e i suoi costi.
Inoltre, le aziende dovranno fornire aggiornamenti sullo stato di avanzamento del progetto, secondo le modalità che saranno definite successivamente mediante apposito decreto attuativo.
Una volta concluso il progetto, sarà necessario comunicare i risultati finali, che verranno condivisi con l’Agenzia delle Entrate per approvare il credito d’imposta. L’adempimento è subordinato a certificazioni di valutatori indipendenti, secondo i criteri definiti dal decreto MIMIT.
Le certificazioni devono garantire:
- Ex ante: la riduzione dei consumi energetici conseguibili tramite gli investimenti nei beni
- Ex post: l’effettiva realizzazione degli investimenti in linea con la certificazione iniziale
Per le piccole e medie imprese (PMI), le spese per questa comunicazione finale e le certificazioni obbligatorie saranno riconosciute in aumento al credito d’imposta, fino a un massimo di 10.000 euro.
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