Digital transformation in Italia: il ruolo chiave del gestionale
La ricerca
A fine novembre è stata presentata la ricerca “Il software gestionale in Italia: stato di maturità e leve per la crescita“ a cura di Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con Assosoftware, una fotografia del mercato attuale italiano e la sua maturità “digitale”.
Il fatturato delle software house produttrici di gestionale nel 2019 è stato di 15 miliardi di Euro, nel 2020 è salito a 17,3 miliardi di Euro (il 16% in più rispetto l’anno precedente).
L’indagine effettuata su un campione di 574 PMI e pubblica amministrazione evidenzia che ben l’83% degli intervistati utilizza un gestionale per la parte amministrativa e contabile. Di questo soltanto il 29% lo ha integrato ad altre soluzioni o in un sistema ERP, integrando tutte le attività aziendali in un’unica piattaforma.
Il passaggio al digitale, nella maggior parte delle aziende, avviene investendo in soluzioni stand-alone che non portano a sfruttare le potenzialità e i benefici che permetterebbe un sistema integrato di informazioni.
Alessandro Perego, responsabile degli Osservatori Digital Innovation di Polimi dichiara che “a fronte di livelli piuttosto elevati di diffusione delle soluzioni, il loro utilizzo è ancora frammentato, senza una vera e propria consapevolezza dei benefici ottenibili da un percorso più pervasivo di revisione delle modalità di lavoro“. Manca una visione di scenario.
Nella classifica delle soluzioni adottate dal campione, dopo i software di contabilità, al secondo posto troviamo i programmi dedicati al controllo di gestione (55%).
A seguire i verticali per l’area logistica & magazzino (54%) e produzione (50%), mentre il documentale è stato adottato nel 42% delle aziende e solo il 40% gestisce vendite e clientela con il supporto del CRM.
Benché le imprese stiano investendo nella digital transformation, la metà del campione è privo di personale IT, quindi senza figure interne portatrici di quella cultura che possa sostenere progetti di cambiamento tecnologico ed organizzativo.
Inoltre anche nelle strutture dotate di sistemi informativi, le risorse sono più concentrate nel disbrigo delle funzioni quotidiane di supporto sistemistico e di manutenzione, più che in sviluppo di progetti di riorganizzazione.
Il presidente Mariotti di Assosoftware evidenzia che “Il freno principale verso un’adozione più estesa e interconnessa dei software gestionali è principalmente di natura culturale. Nelle PMI manca ancora la consapevolezza dell’importanza strategica di intraprendere un percorso di trasformazione digitale pervasivo in grado di rispondere alle diverse esigenze tattiche.”
L’integrazione è la scelta vincente
Chi ha già integrato la gestione delle proprie attività in una piattaforma ERP, vanta una serie di benefici sulla business continuity e agilità operativa, grazie al maggior controllo delle attività (77% del campione) e all’aggiornamento tempestivo dei dati (76%). Ulteriore evidenza è stata la capacità delle aziende nel rispondere proattivamente ai cambi di scenario di mercato, grazie ad una infrastruttura flessibile e scalabile.
Soltanto il 9% del campione ha di fatto portato a termine la digital transformation, con un sistema integrato delle informazioni e di gestione delle attività. Il miglioramento delle performance operative è raddoppiato rispetto alla media di mercato.
Purtroppo, un terzo delle imprese si muove ancora con lentezza o non si è ancora attivato. Tra i motivi principali è la carenza in queste aziende di personale IT in grado di gestire l’implementazione (42%), la forte resistenza “culturale” di decisori ed utilizzatori (40%) e la frammentazione degli investimenti nelle soluzioni software adottate, incapaci di sostenere una vera e proprio digital transformation dell’azienda.
In questo momento le imprese possono approfittare del supporto dato dalle agevolazioni di stato, un valido strumento per fare un salto di qualità nell’aggiornamento dell’infrastruttura e nello sviluppo del proprio business.